Dopo sette anni di attese, incertezze e negoziazioni, è arrivato il via libera di Palazzo Chigi ai lavori nella raffineria Eni di Taranto, necessari per avviare lo sfruttamento del giacimento Tempa Rossa.
Il progetto che consentirà di far affluire nella raffineria pugliese il greggio estratto in Basilicata, dovrebbe ora essere definitivamente sbloccato e costituisce un importante tassello nell’ambito delle opere strategiche previste nel comparto energetico nel Sud Italia.
I lavori della joint venture tra Total, Mitsui e Shell che gestisce Tempa Rossa, con Eni partner logistico, consistono in due serbatoi di stoccaggio da 180mila metri cubi e l’estensione di 515 metri del pontile petroli della raffineria.
L’importo complessivo delle opere è di circa 300 milioni di Euro e ci vorranno due anni di attività per realizzarle, con l’impiego di 300 occupati di cantiere e una ricaduta per 50 imprese. Nel frattempo il greggio comincerà ad arrivare utilizzando l’oleodotto di Val D’Agri e verrà stoccato nei serbatoi di cui la raffineria già dispone e l’oleodotto sarà utilizzato alternativamente a lotti.
L’impianto si compone di sei pozzi che a regime produrranno 50mila barili di petrolio al giorno (2,5 milioni di tonnellate annue).
A fine mese saranno avviate le operazioni preliminari ed entro l’inizio dell’estate dovrebbe entrare in funzione il primo pozzo.
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