Dopo lunghe trattative è stato finalmente raggiunto un accordo per l’Ilva di Taranto: l’azienda, sino al 2012 di proprietà del gruppo Riva, poi commissariata e infine acquisita da Arcelor Mittal, ha infatti portato a termine dopo sei anni l’accordo sindacale per il riavvio degli impianti.
La trattativa passerà alla storia per la sua complessità costellata da numerosi passaggi e imprevisti come l’intervento della magistratura che nel 2012 ne sequestrò gli impianti per disastro ambientale o il commissariamento statale nel 2013, o ancora l’amministrazione straordinaria nel 2015 per evitare il fallimento dell’azienda e la perdita del lavoro per circa 15mila persone.
La posta in gioco per il rilancio industriale del gruppo e la messa in sicurezza ambientale del sito è alta: Arcelor Mittal, che si è aggiudicata la gara battendo la concorrente Acciaitalia, è intervenuta con un investimento da 4 miliardi di euro.
L’intesa, trovata nei giorni scorsi, arriva dopo lunghe trattative (mediate prima dall’ex ministro Calenda e infine dal vicepremier Di Maio) e assicura l’occupazione di 10.700 persone e l’esodo volontario incentivato e anticipato di circa altre 2.500/2.800 persone.