In affari vince chi esporta

I dati diffusi dall’Istat ad inizio anno, con l’aumento delle vendite extra UE e il risultato deludente a livello nazionale in termini di fatturato e ordinativi, confermano l’importanza dell’export nel consentire la crescita delle imprese italiane. La formula vincente è chiara: per resistere alla crisi si deve innovare e investire. Le imprese più competitive, circa un quarto del totale, si sono mosse per tempo e, proprio grazie ai mercati esteri, sono riuscite  a superare gli anni più duri. Altri due quarti di imprese, la maggioranza, possono ancora salvarsi puntando su una strategia basata sul commercio estero e sul rilancio degli investimenti e, seguendo questa strada, possono far ripartire il motore economico dell’Italia.

L’orizzonte dell’export resta per lo più nel perimetro dell’UE però crescono anche le rotte extra UE non USA. Un fattore che ha influito chiaramente sull’andamento dell’export europeo è stato il referendum di Giugno con cui il Regno Unito ha optato per la “Brexit”, ovvero l’uscita dall’UE.

Secondo quanto riportato dall’indagine European Sme Exporting Insights di Ups, quando si tratta di esportare all’interno dell’UE, le principali barriere che le aziende italiane devono superare sono in materia di sdoganamento, affidabilità della consegna e costi, mentre per le esportazioni extra- UE, i limiti maggiori riguardano i costi, le normative e l’affidabilità della consegna dei prodotti. Lo studio dimostra infine che più della metà dei piccoli imprenditori che hanno esportato i propri prodotti hanno registrato un incremento dei ricavi nel corso degli ultimi tre anni, invece solo il 31% delle Pmi che non hanno esportato sono cresciute.

 

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